Il Rewilding
Il Rewilding, come sistema per superare il controllo e il dominio sulla natura
Riprendiamo il concetto di interdipendenza e intreccio dei precedenti articoli e ricordiamo come il termine Ambiente si riferisce a tutto l’insieme delle creature viventi e non, e che l’essere umano e’ parte integrante di questo sistema. Questa volta affronteremo il concetto di Rewilding come sistema per superare il controllo e il dominio sulla natura.
https://www.yellowstonepark.com/things-to-do/wildlife/wolf-reintroduction-changes-ecosystem/
La Conservazione
Se osserviamo cosa accade quando si creano progetti per la conservazione della natura, noteremo che l’approccio umano è caratterizzato dalla dimensione della separazione. La separazione vede l’ambiente da una parte e l’essere umano dall’altra. L’idea della conservazione della natura nasce da un’idea di interdipendenza, cioè dalla consapevolezza dell’impatto che gli esseri umani possono avere.

Foto Thomas-Bonometti Unsplash
Tuttavia nel momento in cui viene realizzato un progetto, viene applicata un’idea di separazione. Infatti i progetti sono realizzati in modo da tenere le persone a distanza, o comunque regolamentare la loro interazione. Nonostante le buone intenzioni, i confini che vengono creati nel processo di separazione geografica delle riserve naturali perpetuano il senso di separazione tra società e ambiente (Morris, 2018).
Il Rewilding
Da qualche decennio si sta sperimentando un sistema di conservazione che non prevede la creazione di confini per realizzare riserve. Si chiama rewilding, e consiste in una valutazione ambientale che ha lo scopo di “riparare” un ecosistema intervenendo il meno possibile. Nel rewilding vengono avviate cascate trofiche, cioè processi ecologici che seguono la catena alimentare partendo dall’alto e scendendo. In sostanza si reintroducono specie di vertice in ambienti in cui sono estinte (Morris, 2018). Un esempio di rewilding di successo e’ quello realizzato negli anni ’90 presso il parco di Yellowstone. Fu reintrodotto il lupo che era assente da 70 anni. Da tempo l’assenza del lupo aveva permesso ai cervi di riprodursi senza controllo, influendo sulla vegetazione. Ogni tentativo umano di controllo della popolazione era fallito. Appena reintrodotti gli esemplari, i luoghi furono completamente ridisegnati: i lupi predarono i cervi riducendone il numero e cambiando le loro abitudini. Infatti, sapendo del pericolo di essere predati, i cervi non scesero più a valle, cosi’ la vegetazione divenne nuovamente rigogliosa.
Una profonda trasformazione

Foto Igor-Kyryliuk Unsplash
Il paesaggio subi’ una profonda trasformazione attirando uccelli assenti da tempo. I castori costruirono le loro dighe, così come i conigli e i topi e i loro predatori. A causa di tutti questi intrecci e cambiamenti, anche il comportamento dei fiumi cambio’: la fitta vegetazione rafforzo’ le sponde, determinandone con maggiore certezza il percorso, modificando la geografia del parco.
Abbandonare il controllo
La differenza tra un classico progetto di conservazione e un programma di rewilding consiste nel fatto che quest’ultimo promuove ecosistemi autoregolanti, potenziando l’autonomia delle creature non umane. La componente di incertezza del rewilding, data dall’ impossibilita’ di stabilire cosa accadrà esattamente, rappresenta quindi la sfida da affrontare’: abbandonare il controllo e il dominio sulla natura lasciando spazio alla sua “saggezza”.
https://www.sostenibilitadigitale.net/category/ambiente/
Share this content:
1 commento